Aspetti psicologici della pratica con la tabella di controllo di Snellen
Sabato 13 marzo 2021 la AVP® si è riunita a Reggio Emilia per un pomeriggio di studio estemporaneo insieme a nove partecipanti, fra cui due visitatori e il resto nuovi socii appena iscritti.
Una visitatrice era interessata al lavoro della AVP® dopo avere subito una operazione con il laser per la riduzione della miopía (sei diottríe) che aveva però perduto la sua efficacia in quanto che la visione era tornata a metà del normale e la signora aveva bisogno di mettere gli occhiali per vedere dieci decimi da lontano. Le abbiamo illustrato i consueti metodi di riposo mentale da provare in sequenza, come tratteggiato nel Capitolo XXXIII del libro ufficiale del Dott. Bates da noi adottato («VISTA PERFETTA SENZA OCCHIALI» nona edizione novantanove anni), iniziando con il semplice accorgimento di chiudere gli occhi per riposarli pensando a qualcosa di diverso dai propri problemi visivi, per poi provare il palmeggiamento eccetera eccetera. Quasi immediatamente, la visitatrice si è accorta che era piuttosto facile guadagnare sollievo e scendere lungo la tabella di controllo di Snellen, usando il palmeggiamento o tentando di ricordare il nero dei caratteri grandi, senza pensare a mettere a fuoco le lettere. Non sappiamo se questo inaspettato successo abbia causato uno scatto nella mente del soggetto, ma dopo appena un’ ora di pratica la signora si è alzata e se ne è andata, adducendo improvvisi sopraggiunti impegni. Il fatto è che una operazione laser è irreversibile e danneggia definitivamente la «centrale fissazione» costringendo l’ occhio a oscillare continuamente tra un miglioramento raggiunto facilmente e un altrettanto facilmente peggioramento, dovuto al fatto che la persona indossa continuamente delle lenti correttive negative “incise” sulla cornea che impediscono un completo rilassamento. Forse l’ essersi resa conto di essere stata ingannata dal chirurgo di turno le ha creato una crisi di repulsione che la ha costretta ad abbandonare la nostra riunione perché non si aspettava di riuscire a mitigare le sue preoccupazioni in modo cosí facile.
Migliori risultati li ha raccolti un’ altra signora visitatrice, la quale molto facilmente ha potuto portare al normale la vista da lontano, per mezzo di riposo oculare a pàlpebre abbassate e poi con il palmeggiamento. Per quanto riguarda la vista da vicino, il suo vero problema, abbiamo iniziato a esercitarci con il «SegnaLibro della Vista Perfetta» e immaginando il nero pieno della grande «C» in cima spandersi sulle lettere piú piccole, contribuendo a migliorarne la messa a fuoco, per molta sua sorpresa.
Una socia che aveva già partecipato alla riunione precedente due mesi prima ha riscontrato invece una «guarigione» vera e propria della sua astenopía, che aveva lievemente abbassato la vista da lontano misurata con la tabella di controllo di Snellen a 15 piedi e anche la vista da vicino misurata con il «SegnaLibro della Vista Perfetta» a 20 cm, grazie al metodo del palmeggiamento, praticato in modo perfetto. Sostanzialmente, la signora si è accorta – mentre palmeggiava – che il campo visivo era diventato perfettamente nero da rimanerne sbalordita. Rimosse le mani dagli occhi, tutto era diventato perfettamente nitido sia da lontano sia da vicino e il beneficio si è conservato per tutta la durata della riunione; vedremo al prossimo appuntamento se si sarà trattato di un “raro miracolo” definitivo o se avremo bisogno ancóra di rinfrescare la pratica con un altro appuntamento AVP® in compagnía.
Una adolescente di quindici anni si è cimentata pure lei con la tabella di controllo di Snellen in quanto che da lontano uno dei due occhi era visibilmente piú debole dell’ altro e questo segnalava la esigenza di intervenire al piú presto per stroncare sul nascere il pericolo degli occhiali, che la giovane aveva però già acquistato e che usava saltuariamente a scuola «per riposo». Come accade in questi casi, ottenere pronto beneficio con la tabella è piú impegnativo perché il condizionamento mentale dato dalle lenti correttive si è già installato nel cervello e per estirparlo bisogna fare appello a una chiara intenzione da parte del soggetto, che deve essere sostenuto da sé stesso, oltre che dai propri genitori, in questo caso particolare. Nel giro di alcuni minuti siamo riusciti a dimostrare che è possibile ricuperare la vista con i nostri metodi di rilassamento, facendo guadagnare qualcosa in piú sulla tabella, e anche questa ragazza ha dovuto ammettere che lì per lì qualcosa sembra funzionare perché le righe in fondo comparivano piú nitide dopo avere riposato gli occhi chiudendoli e palmeggiando. Curiosamente, nel tardo pomeriggio, questa ragazza, forte dei suoi risultati, per quanto provvisorî, si è sentita coinvolta sul piano emotivo e davanti a tutti gli altri presenti si è lasciata andare a una vera e propria seduta di psicoterapia durante la quale ha condiviso alcune sue insicurezze, lasciando spazio anche a copiose lacrime di commozione che sono state recepite dagli adulti presenti con molta empatia e partecipazione. Spesse volte in tutti questi anni ci è stata data la possibilità di testimoniare che il riposo mentale basato sulla cura della vista può dare luogo a «guarigioni» di tipo psicologico del tutto inaspettate dato che spesso nello sforzo oculare si nasconde tanta rabbia repressa che irrigidisce i muscoli e impedisce alla propria coscienza di funzionare a pieno regime.
Altri risultati interessanti sono stati ottenuti da un signore piú anziano afflitto da una forma di glaucoma laterale che ha iniziato insieme a noi a controllare la rigidità del suo occhio afflitto prima e dopo un palmeggiamento efficace. In effetti, il nostro nuovo amico si è reso conto che immaginando un buon livello di nero a occhi chiusi era piú facile avvertire un maggiore grado di morbidezza del globo oculare appoggiandovi sopra, sul lato esterno, la punta del dito indice. Questo è un controllo molto facile che può dare sollievo mentale gratuito di fronte alla minaccia di una malattia cosí insidiosa che viene definita incurabile quando invece potrebbe dipendere soltanto dalla ignoranza del metodo corretto per riposarsi.
Visto il clima tardo-invernale, abbiamo usato copiosamente le lampade termiche a raggi infrarossi le quali hanno avuto talmente tanto successo che due persone le hanno acquisite direttamente dalla associazione, come forma di auto-finanziamento che è sempre gradito e ci consente di continuare in questa opera sperimentale divulgativa unica al mondo resa possibile dai socii AVP® con grande magnanimità e incoraggiamento, anche per i risultati ottenuti, sempre positivi e in aumento.
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