Medico psichiatra si accorge di potere curare la vista senza occhiali e senza farmaci, né terapía
Domenica 29 giugno 2025 la Associazione Vista Perfetta® si è nuovamente riunita a Moncalieri (Torino), per interessamento del socio Tulasi, il quale ha a disposizione una sède immersa nella campagna che è adattissima per le nostre attività, specialmente nei mesi piú luminosi dell’ anno. Insieme a lui, erano presenti la sua ragazza, una giovane signorina di origini scandinàve, il presidente AVP®, che redige questo articolo di resoconto, e altre tre persone nella veste di «socii visitatori», cioè individui che entrano in contatto con la nostra organizzazione per la prima volta e a cui viene concesso il beneficio di assistere a una nostra riunione in cambio di una iscrizione «speciale» che garantisce loro di ricevere il nostro libro esclusivo «VISTA PERFETTA SENZA OCCHIALI», del Dott. Bates, testo base per chi vuole fare questa cura su di sé senza perdere tempo o essere fuorviato.
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Uno dei visitatori era un medico psichiatra, donna, che si è presentato dicendo di avere frequentato alcuni anni prima diverse sedute con un «insegnante Bates», che le aveva fatto fare alcuni «esercizî per gli occhi» e consigliato di usare gli occhiali a fóro stenopeico, altrimenti détti «gli occhiali del Dott. Bates» (una bestemmia che si propaga ancóra oggi e rende la vita post-mortem del Dott. Bates un autentico calvario). Nel descrivere a sommi capi chi fosse questo «insegnante» abbiamo ricostruito che era una persona che aveva acquistato nel 2002 il nostro libro originale e, non avendolo capito, si era comunque messa a fare una specie di attività di insegnamento e di lezioni individuali, promettendo il «miglioramento visivo» ai suoi clienti, senza ottenere, almeno in questo caso specifico, granché, come è ovvio che sia. Il fatto curioso è che questi insegnanti, anche dopo decine di anni, se li guardi in faccia tramite i video che pubblicano su YouTube per farsi pubblicità, non hanno una espressione rilassata del viso, perché spesso hanno gli occhi strabuzzati e si vede proprio che hanno ancóra notevoli problemi, però insegnano… A questa nostra provocazione, la dottoressa ha risposto che si era accorta che quella persona ci aveva qualcosa che non andava ma che comunque, essendoci andata solamente tre o quattro volte e avendo speso in tutto pochi soldi, e sebbene non la avesse convinta del tutto, qualche beneficio lo aveva ottenuto, anche se non risolutivo.
Secondo la nostra opinione, chiunque si propone come insegnante a pagamento ha qualcosa che non va, perché se tu ti devi fare pagare per «insegnare», allora tu non sei preoccupato della buona riuscita del trattamento ma sei preoccupato di avere sempre nuovi clienti e quindi se uno fa professionalmente questo cosí détto lavoro non è piú centrato sul riposo, perché comunica sempre, inconsciamente, che il problema è quello economico, non il benessere del cliente. Perché diciamo questo? Perché questa cosa della «cura della vista», a nostro avviso, non si può insegnare, ma l’unica cosa che uno può fare è offrire un po’ di compagnía a chi vuole studiare il proprio caso e riuscire per davvero come aveva scoperto il Dott. Bates ai tempi suoi.
Ritornando al caso in esame, la dottoressa ci ha spiegato che lei era impegnata in una vita un po’ al limite, avendo a che fare coi casi psichiatrici a cui deve prescrivere farmaci, che la aveva un po’ sbattuta e la vista ne aveva risentito e al primo suo controllo con la tabella di Snellen con noi oggi la sua vista da lontano era di soli 20/30 e lei ci ha detto che aveva tolto gli occhiali per il lavoro da vicino mentre li usava ancóra per la guida e la sera al buio.
Essendosi però appassionata alle nostre avventure e racconti e praticando i metodi di riposo via via snocciolati come si evince dalle riproduzioni allegate dei foglietti per gli appunti compilati dai presenti, lei se ne è andata via scoprendo di avere risolto parecchio perché ha triplicato la vista, da 20/30 è arrivata a vedere i 20/15 e poi anche i 20/10!!! Il vantaggio era stato che eravamo fuori in giardino, all’ombra, a goderci il venticello che soffiava, e poi abbiamo fatto un pasto a base di anguria fresca che siamo andati a comprare poco distante… Insomma, per lei, alla fine, è stata una giornata molto interessante, anche quando abbiamo affrontato il problema della sua presbiopía, che però lei ha risolto súbito, potendo presto vedere l’ultima riga del «SegnaLibro della Vista Perfetta» a 20 cm in buona luce.
Abbiamo avuto anche modo di approfondire il discorso del ruolo associativo di mutuo-aiuto della AVP®, invitando la dottoressa a iscriversi effettivamente alla nostra associazione per continuare l’ auto-trattamento in compagnía, come accennato sopra, senza mai mettere gli occhiali, un valore aggiunto che noi offriamo rispetto a un volgare «insegnante Bates» o diciture similari, che spesso non fanno altro che vendere qualche seduta o un videocorso abbandonando poi il cliente al suo destino, e senza nemmeno avvisare di togliere gli occhiali permanentemente se si vuole raggiungere risultati definitivi. La donna si è resa conto della qualità del nostro servizio e di quanto si fosse rilassata durante la giornata, non ostante la stanchezza finale, ma non ha avuto il guizzo di versare la rimanente parte della quota associativa completa per potere partecipare liberamente alle successive riunioni, rimandando la decisione definitiva a quando avrà letto o ascoltato interamente il libro «VISTA PERFETTA SENZA OCCHIALI» fornito in dotazione oggi.
C’è da aggiungere che tutti i nuovi partecipanti hanno potuto scaricare gratuitamente sul loro telefonino dal sito del SistemaBates.it la nuova versione della audiolettura di «VISTA PERFETTA SENZA OCCHIALI» in formato audiolibro .m4b, inclusiva di pdf completo, da consultare con comodità in affiancamento alla copia cartacea che abbiamo consegnato a mano.
Un altro caso interessantissimo è stato quello di un signore di nome Fabio che aveva ordinato il libro «VISTA PERFETTA SENZA OCCHIALI» direttamente sul sito del SistemaBates.it circa un mesetto prima e che aveva chiamato in sède per avere informazioni ulteriori sulle nostre riunioni, volendo sapere come erano organizzate le cose perché lui stava avendo qualche risultato concreto sulla sua miopía di quattro diottríe e mezzo semplicemente cercando di capire quello che veniva affermato nel libro stesso. La sua incertezza era relativa all’ uso degli occhiali, che per lui sono obbligatorî, non soltanto per la guida. Di rimando noi gli avevamo chiesto fino a che punto lui fosse arrivato a lèggere il libro del Dott. Bates ordinato da noi. Lui aveva risposto che era arrivato a metà e noi lo avevamo avvisato che era solamente nella seconda parte che veniva fuori la vera cura e la spiegazione sul perché non si dovessero usare gli occhiali, visto che appena uno se li rimette l’ occhio torna com’ era prima ed è una fregatura. Chiacchierando, era venuto fuori che lui era di un paese della provincia di Torino e quando era stato informato che ci saremmo riuniti a Moncalieri si è súbito prenotato per essere presente e partecipare con interesse genuino al nostro incontro.
Ebbene, la nostra prima impressione quando è arrivato è stata che lui aveva gli occhi molto fissi e molto sbarrati, tipici di chi ha appena tolto gli occhiali, ma lui ci ha sorpresi dichiarando che immediatamente dopo la nostra telefonata di una settimana prima non li aveva piú messi, evitando di guidare e facendosi accompagnare quando necessario. Gli abbiamo raccomandato di allenarsi a sbattere gli occhi il piú possibile, facendo muovere gli oggetti sotto le pàlpebre, perché lui aveva parecchia difficoltà a fare ciò, cioè non riusciva proprio. Un metodo da lui usato assieme a noi è stato quello di tenere conto di tutte le volte che si accorgeva che «si incantava», perché, gli abbiamo détto, «finché non ti accorgi che ti sei incantato e non stai sbattendo gli occhi è tutto inutile». Dopo qualche minuto lui ha dichiarato, con stizza: «Ma càspita, mi viene il nervoso perché mi accorgo che mi sono incantato! È successo ben quattro volte nei primi cinque minuti!». Gli abbiamo risposto di non preoccuparsi perché è solo questione di prendere l’ abitudine e poi non ci si pensa piú.





In questa occasione, prima di iniziare a svolgere le nostre pratiche abbiamo sistemato la questione burocratica e contabile e quando è arrivato il suo momento, lui si è reso conto che avendo già preso per posta il volume «VISTA PERFETTA SENZA OCCHIALI» oggi si sarebbe dovuto impegnare a prendere le tabelle di controllo di Snellen per dare il suo contributo di auto-finanziamento alla AVP®, e facendo due conti, aggiungendo altri pochi soldi per acquisire anche il secondo libro base, «I METODI DI TRATTAMENTO NELLE <STORIE DALLA CLINICA>», lui sarebbe diventato socio effettivo, con tutti i vantaggi che ne conseguivano. Da buon intenditore, ed essendo genuinamente interessato, egli ha accettato immediatamente e cosí le nostre fila si sono ampliate di un nuovo bravo iscritto che contribuirà, con la sua auto-guarigione, ad aumentare il livello qualitativo della nostra attività sociale, che è già di per sé di un valore inestimabile.
Nel corso della giornata il suo difetto di fissità dello sguardo e di mancanza di sfarfallamento delle pàlpebre si è via via attenuato e lui ha potuto vedere i 20/30 in lampi cospicui e duraturi laddove alla prima prova si era fermato a soli 20/100, un triplicamento della sua acuità visiva da non sottovalutare. Nessun problema da vicino, con l’ ultima riga del «SegnaLibro della Vista Perfetta» vista facilmente a 20 cm dagli occhi.
Ciò che ci ha resi orgogliosi di quanto fatto è stata la sua dichiarazione finale, prima di accommiatarsi: «Io vi ringrazio per questa giornata! Sono stato veramente molto bene sono stato estremamente contento di aver partecipato perché tra tutti i gruppi “alternativi” che ho frequentato questo qui mi è sembrato veramente l’ unico di qualità e orientato ai risultati e non alle chiacchiere e non ai soldi!». Lui se ne è andato via proprio sollevato, avendo avuto le indicazioni giuste per la sua guarigione definitiva, specialmente una volta compresa l’ importanza della immaginazione visiva, di cui ci siamo occupati solamente di passaggio.
Il terzo caso è stato quello di un signore anzianotto, beneficiario di una pensione sociale che lo rende benestante non avendo lui nulla da farsi pignorare dallo Stato per eventuali multe COVID e sciocchezze varie. Già uno che si presenta cosí dimostra di essere un tipo molto simpatico, oltre che canuto e barbuto, che non aveva grossi problemi di vista, a suo dire, ma che era comunque interessato a migliorare al normale, se fosse stato possibile. Ci siamo accorti che un occhio era piú debole dell’altro e quindi lui avrebbe dovuto usare una benda per esercitarlo separatamente. Con una tranquillità assoluta, e inframezzando ogni due o tre ore la pratica con il rollaggio di una sigaretta di tabacco fatta a mano, lui ha scoperto che poteva portare la vista al normale e al sopra-normale, con un po’ di palmeggiamento e poco altro, arrivando a totalizzare 20/10 stabili anche all’ ombra e un paio di letterine piccolissime sul «SegnaLibro della Vista Perfetta» colte in lampi senza pensarci troppo.
Consigli per gli acquisti
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