“il falco” numero 10 marzo-aprile 2005
IN QUESTO NUMERO
“il falco”, seppure con un mese di ritardo rispetto alla data stabilita, continua nel suo lavoro di divulgazione del Sistema Originale del Dott. Bates per la cura non solo della vista imperfetta, ma anche delle malattie organiche degli occhi, mediante trattamento senza occhiali. I casi semplici, quali la miopia e altri vizi di rifrazione, come i casi complessi, quali le malattie traditrici come il glaucoma, sono tutti curabili e guaribili se si applica e si dimostra l’immaginazione di un perfetto punto nero nella mente. È l’obiettivo illustrato nell’articolo dedicato alla “Cornea conica”, il famoso “cheratocono”, spauracchio di medici e oculisti, che veniva trattato da Bates usando gli stessi metodi di rilassamento, e assicurando, come qui raccontato, pronto beneficio e sollievo. Nel secondo articolo, Bates indica tre cose da praticare che garantiscono un’alta probabilità di successo: esse sono 1) vedere (o immaginare) le cose muoversi, 2) leggere la Tabella Snellen o la stampa fine, 3) palmeggiare. Nel terzo articolo, di carattere scientifico, Bates analizza la famosa ricerca di Risley che rivelò che il problema della vista imperfetta è davvero endemico e della più grave importanza: non solo la correzione mediante occhiali è fallace, ma genera sempre stati di nervosismo, di congestione, di tensione, con risvolti anche sul piano organico, tanto da minacciare la salute generale delle persone affette. L’oculista newyorchese si rammarica che il suo metodo di cura, sebbene efficace, inspiegabilmente non venga applicato dai medici e dalle istituzioni. Mantenendo il discorso sulle malattie organiche degli occhi, Emily fa il punto della situazione riguardo alla cataratta,in un articolo che racconta come vecchi pazienti del Dott. Bates a distanza di anni andavano nel loro studio a mostrare gratitudine e a farsi controllare di nuovo gli occhi per avere conferma della guarigione. Per la serie delle Fiabe della Vista Perfetta, incontriamo Sinbad il Marinaio, personaggio incredibile quanto intelligente, che guarisce la sua miopia imparando a vedere le cose muoversi. Anche una bambina di otto anni, Margaret, da abbonata alla rivista di Bates, si cimenta nella scrittura di favole raccontando delle piccole Fate Nere che insegnano ai ragazzini come ottenere vista perfetta. L’articolo successivo riporta il resoconto di un Sovrintendente alle Scuole Pubbliche che racconta i suoi tre anni di esperienza dell’applicazione del Sistema Bates per la prevenzione e cura della vista imperfetta nella aule scolastiche mediante l’uso della Tabella di Snellen: un miglioramento del 70%, su una popolazione di circa tremila allievi, dovrebbe fare pensare ad una implementazione universale di detto sistema. Ciò non accadrà, e i nostri lettori già sanno il perché. Continuiamo a pubblicare i resoconti delle riunioni della Better Eyesight League, che nel settembre 1922 individua nel lavoro con i bambini scolari la chiave di volta per la diffusione della Nuova Scienza dell’Occhio. Nella seconda parte, quella dei giorni nostri, pubblichiamo un articolo in cui si analizzano i vari approcci con cui le persone oggi si accostano alla pratica dei metodi di Bates, indicando che l’aderenza al sistema originale unita all’impegno personale sono le uniche cose davvero necessarie per riuscire. Continuiamo e concludiamo la pubblicazione dei messaggi ricevuti dal Direttore nei mesi di febbraio e marzo, indicatori precisi di una diffusa necessità di avere maggiori informazioni, ma anche testimonianza diretta e attiva di percorsi fatti da persone che seriamente si sono applicate allo studio dei metodi originali e hanno da essi tratto grande beneficio non solo sul piano della cura della vista. L’ultimo articolo di questo interessantissimo numero è un brano tratto da un libro del grande maestro spirituale indiano Osho Rajneesh, che invita a non guardare il sole, una affermazione apparentemente in diretto contrasto con quello che da sempre Bates ha scritto e consigliato. In realtà, l’affermazione di Rajneesh è un artificio retorico per spiegare l’importanza assoluta che la luce ha per gli individui che vogliono davvero realizzare il loro potenziale umano, anche attraverso l’attivazione del “terzo occhio”, quel centro mentale associato alla ghiandola pienale di cui ci occuperemo più profondamente nei prossimi numeri.
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