“il falco” numero 3 gennaio-febbraio 2004
In questo numero
Tre super-articoli di W.H. Bates, antecedenti alla pubblicazione del libro “Vista perfetta senza occhiali”, in cui nel primo egli propone il suo metodo per prevenire e curare la miopia nelle scuole, nel secondo racconta del caso di un paziente miopico che mediante trattamento impara il principio della Centrale Fissazione e grazie anche alla tecnica dello “sforzarsi di vedere vicinissimo” guarisce in pochi giorni, e nel terzo racconta nei minimi dettagli il metodo seguito per compiere i suoi famosi studi clinici di immagini riflesse da varie parti dell’occhio. Nel “testo breve”, Bates accenna all’utilizzo del senso del tatto come aiuto alla visione, spiegando il particolare movimento del pollice che aiuta a dimostrare il dondolìo corto. Nelle “risposte ai lettori”, Bates parla di cecità, movimento degli oggetti stazionari, cinematografo, strizzare gli occhi, dondolìo lungo, finto palmeggiamento, leggere senza perdere il segno. Il caso curato da Emily è quello di una cameriera che invece degli occhiali bifocali sceglie di intraprendere il trattamento senza occhiali e cura la sua tendenza a fissare lo sguardo e a sfocare la vista. Due testimonianze dell’epoca che confermano il successo del libro originale di Bates, consigliato in questo caso da due medici. Il testo di MacCracken spiega che cosa sono le cataratte e come si possono curare senza operazione. ◆ Nella sezione dedicata ai giorni nostri, abbiamo un articolo che spiega l’importanza della visione in condizioni difficili come vero e proprio strumento per l’auto-controllo e il rilassamento dello sforzo. Poi l’entusiasmante intervista a un imprenditore cinquantacinquenne che in pochi mesi di auto-trattamento ha recuperato non solo una super-vista da lontano ma ha anche debellato la sua presbiopia vecchia di dieci anni. In esclusiva mondiale abbiamo la testimonianza di Tom Paine che da ragazzino quindicenne ha avuto la fortuna di visitare lo studio che fu del Dott. Bates nel 1950 e di ricevere sei lezioni dal medico che vi era subentrato, che però non avendo capito il vero metodo non lo ha aiutato più di tanto, e solo negli ultimi mesi da autodidatta ha potuto praticare con successo il Sistema Originale. Per chi ha abbandonato gli occhiali ma non ha ancora capito il principio fondamentale del trattamento pubblichiamo una serie di indicazioni che dovrebbero sbloccare la situazione; chi invece ha già frequentato gli inutili corsi sul “Metodo Bates per migliorare la miopia” si riconoscerà nell’esperienza di Liala, che non è riuscita a farsi la fiducia necessaria ed ha preferito abbandonare la pratica, pur avendo goduto di una nostra consulenza gratuita che le aveva procurato ottimi risultati in poche ore (il lettore si formerà un’opinione su questo fallimento). Voliamo altissimo descrivendo una scalata nella neve e ascoltando il Vangelo di Tommaso, in cui Gesù parla del senso spirituale della vista.
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