Importante scoperta della AVP a Milano
Domenica 8 febbraio 2015 si è svolta una interessante giornata di studio della Associazione Vista Perfetta presso la sede di Milano, ospiti del Circolo Arci Metissage (Via de Castillia 9 e ¾).
I sette socii presenti hanno tutti rinnovato l’iscrizione per il 2015 approfittando della offerta 6×3, cioè acquistando sei biglietti di partecipazione al costo di tre, dando cosí un importante sostegno economico di auto-finanziamento alla associazione e ricevendo in cambio il diritto di partecipare a ben sei giornate di studio nel corso dell’anno e anche piú in là (scadenza biglietti 30 giugno 2016).
I progressi riportati dai socii sono stati molto buoni e costanti. Alcuni hanno praticamente risolto il loro problema di presbiopía incipiente e vedono con vista doppia del normale l’ultima riga della tabella di controllo di Snellen a sei metri, in attesa che il ritorno della bella stagione e i bagni di sole di cui ci si potrà avvantaggiare aiutino l’occhio a mantenere a lungo la buona visione da vicino anche al bujo.
Altri casi piú ostinati hanno riportato di poter vedere anche sulla tabella bianca alcune righe della tabella di controllo di Snellen che soltanto alcuni mesi prima era completamente vuota quando si usava il solo occhio ambliopico. Inoltre, anche il carattere diamante è ora perfettamente visibile, cosa impossibile nella riunione precedente. Rimane perciò confermata la preziosissima utilità che c’è nel partecipare regolarmente per alcune volte di fila alle riunioni AVP se si vuole perseguire veramente una guarigione degna di nota e mettersi cosí definitivamente alle spalle il problema della vista imperfetta.
Un altro caso conferma che in circa otto mesi la sua miopía di circa 2,5 diottríe si può considerare risolta in quanto oggi il socio AVP dichiara quanto segue: «Prima, all’inizio del trattamento, per fare saltare fuori le ultime righe della tabella dovevo lavorarci di brutto praticando i varii metodi di riposo a lungo. Oggi appena mi metto davanti alla tabella e sbatto gli occhi, subito mi compare la penultima riga e poi l’ultima, 15/15 e 15/10. Anche alla guida dell’automobile vado tranquillo senza bisogno di nessun ausilio qualsivoglia. Continuo a esercitarmi perché vedo che questa pratica mi rilassa e non voglio rischiare ricadute».
Una socia infra-18 di nome Giulia riesce a vedere 18/10 sulla tabella nera ma si è accorta che quando sposta lo sguardo sulla tabella bianca la visione cala a 18/50+. Questo dipende dalla mancanza di luce solare, ovvero dallo sforzo mentale di stare sempre in penombra, sia perché la stagione è quella che è, sia perché stare sempre a scuola o a casa a studiare non è molto sano per gli occhi e per il benessere in generale. In ogni caso, abbiamo provato a mettere due tabelle bianche appaiate, invece che una bianca e una nera, e come per magia, dopo alcuni minuti di pratica dello spostamento tra lettere omologhe da una tabella all’altra, ci siamo accorti che la vista tornava quasi normale, con lampi continuati di 18/20. Quindi si può dire che abbiamo scoperto un nuovo tipo di “sforzo” che si manifesta quando si passa da una tabella a sfondo nero a una a sfondo bianco. Allenarsi a superare questo sforzo consente poi di fare un grosso balzo in avanti nella propria cura quando ci si esercita con la sola tabella bianca. Invitiamo tutti i socii a fare la prova a casa propria e a riportare la loro esperienza quanto prima scrivendo a presidente @ vistaperfetta.it oppure sul Forum AVP (eseguire l’accesso al sito per poter visualizzare la pagina).
Nel tardo pomeriggio abbiamo accolto fra noi tre visitatori non iscritti che hanno approfittato della nostra riunione per porre alcune domande e fare delle prove con i metodi del Sistema Bates® Originario™ e le attrezzature installate nella sala di studio. Un caso in particolare ci ha incuriosito, quello di una donna di circa quarant’anni che si è presentata portando spessi occhiali da 4,5 diottríe positive per la ipermetropía mista a astigmatismo, o almeno cosí il professionista da cui era in cura le aveva detto. A circa venti piedi dalla tabella Snellen “C-200” bianca bene illuminata la vista era solo di 20/200 ma dopo alcuni minuti di palmeggiamento e altri semplici metodi, svolti insieme agli altri presenti, la visione è salita a 20/50-, con grande sua sorpresa. A quel punto si è pensato di provare a lèggere da vicino il SegnaLibro della Vista Perfetta e, come per magia, usando una buona luce a LED (circa 2.000 lux incidenti) la signora ha scoperto di poter lèggere tranquillamente fino alla riga del “4 K” tenendo il foglio a circa quaranta centimetri dagli occhi. Per controprova, abbiamo provato a lèggere una pagina da “IL FALCO PER L’EDUCAZIONE ALLA VISTA PERFETTA”, ottenendo lo stesso risultato. Rimane quindi da spiegare come mai la nostra visitatrice possa lèggere a occhio nudo e senza stancarsi il carattere piccolo a una distanza cosí breve avendo la netta sensazione di vederci meglio da vicino invece che da lontano, il contrario di quello che dovrebbe essere, data la prescrizione di lenti subíta. Molto probabilmente la rifrazione dell’occhio è cambiata da quando la donna si è fatta mettere questi occhiali nuovi, oppure semplicemente chi ha fatto la prescrizione si è sbagliato o magari l’ottico ha fornito delle lenti piú forti del dovuto. Fatto sta che lei non ha mai sopportato questi occhiali e li ha sempre trovati scomodi e dannosi. Il perché si sia ostinata a portarli durante tutto questo tempo, invece di tornare a lamentarsi dal professionista che glieli ha dati, non è dato sapere. A volte le persone – pur sapendo di essere nel giusto – non mettono in dubbio quanto asserito dalla “autorità” vigente, per puro conformismo o magari per semplice mancanza di energia, visto che la vita che conduciamo è già sufficientemente complicata e stressante, e per tanto siamo convinti che non sia affatto utile complicarsela ulteriormente pensando alla “VISTA PERFETTA SENZA OCCHIALI” o cose simili. E intanto l’Orologio del Tempo continua a macinare via i minuti e presto ci si ritroverà davanti alla propria tomba soltanto per rendersi conto di avere sprecato un’occasione, quella di poter vivere la propria vita pienamente e con coraggio, senza nascondere gli occhi dietro a due pezzi di plastica o vetro nel tentativo di riparare un difetto che sostanzialmente non esiste.
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