Impressioni “a” settembre [2017]
Indiscutibilmente l’ Estate è la stagione più favorevole alla pratica del trattamento raccomandato dalla Associazione della “Vista Perfetta”, ma per chi abita in città come me, e ha dovuto – nei pochi giorni di ferie – adattarsi con difficoltà al perdurante “maltempo”, cioè il calore afoso e in alcuni giorni quasi insopportabile, sommato all’accudimento di genitori anziani particolarmente provati dall’andamento stagionale, il periodo delle ferie non è stato per niente facile.
Nei cinque miseri giorni di vacanza effettiva che ho potuto trascorrere sulle colline modenesi, divisi in due spezzoni, approfittando anche di una confortevole piscina, non ho scordato di rilassare dovutamente la visione accarezzando con lo sguardo le copiose nuvole bianche che paciose attraversavano il cielo, nonché leggendo stampa fine e lampeggiando al tramonto il sole rosso che scendeva tra le ubertose colline appenniniche.
Ho indugiato parecchio in quest’ultima pratica, cercando di guardare senza fissare il sole, con un occhio per volta, fino ad arrivare a provare la sensazione che i raggi del sole penetrassero effettivamente dentro la pupilla e riscaldassero l’interno dell’occhio accarezzandolo in modo gentile.
Nel pomeriggio dell’ ultimo giorno, prima del viaggio di ritorno verso casa, ho letto, con le pagine ben illuminate dal sole, parte di un libro che avevo portato con me e, arrivata la sera, ne ero ben saturo, per non dire anche un po’ rintronato, tanto che ho dovuto rinunciare a guidare l’ autovettura. Quella notte – poi – ho dormito pesantemente, e ho sognato, in modo nitido, che avrei avuto un considerevole aumento della vista “in un istante”. Al mattino, mi sono alzato per andare a lavorare e non ci ho più pensato.
Diversi giorni dopo, guardando allo schermo delle vecchie foto di Padova dopo i pesanti bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, documentanti la distruzione del quartiere popoloso a nord della stazione ferroviaria, mi sono venuti in mente i racconti di mia madre che ivi abitava da bambina e che dovette fuggire con la famiglia come sfollata (profuga).
L’affiorare nella mente di tali pensieri, unito allo sforzo oculare che ancora provo davanti a uno schermo luminoso, ha provocato un’improvvisa e intensa lacrimazione, e mi è sembrato che gli occhi si strizzassero per far uscire più lacrime possibili, con il flusso che continuava senza terminare mai… A un certo punto mi sono dovuto alzare per soffiarmi copiosamente il naso e proprio in quel mentre ha fatto capolino – da una finestra della mia memoria – il sogno dei giorni precedenti!
La misura della visione davanti alla tabella di controllo di Snellen è stata: O.D. 17/10–, O.S. 17/20+.
[Stefano, socio AVP]
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